Ostriche e Vino In cucina con gli antichi romani

Carne, pesce, selvaggina

Se l'apporto proteico del popolo e degli schiavi era garantito dal consumo di salse a base di pesce le classi più agiate potevano permettersi di pasteggiare più spesso con carne e pesce.

Nelle zone della città dove venivano gettati i rifiuti delle cucine e delle botteghe e nei condotti fognari si accumulavano i resti dei pasti della Trento romana: ossi di vitello, maiale, agnello, pecora, capra, pollo e, tra la selvaggina, cinghiale, cervo e giovane orso.

Anche il maialino di pochi mesi che forse circolando liberamente nei cortili è accidentalmente caduto in un tombino, poteva essere destinato alle cucine.

Pesi da rete e ami erano usati per la pesca nei torrenti, nei fiumi e nei laghi di cui il territorio era ricco anche anticamente.

Prosciutto in crosta

Dopo aver lessato il prosciutto con moltissimi fichi di Caria e tre foglie di alloro, togli la cotenna. Incidi la carne e riempi le incisioni di miele. Rivesti il prosciutto con un composto di farina e olio. Metti in forno finché la pasta non sarà cotta.

Sugo per il cervo e per la selvaggina

Trita pepe, levistico (sedano montano), cumino, origano, semi di sedano, radice di laser, semi di finocchio e polverizza. Versavi liquamen, vino, vino passito, poco olio. Quando bollirà lega con farina d’amido. Cospargi il cervo, cotto che sia, dentro e fuori e porta in tavola..

Maialino arrosto

Trita pepe, ruta, santoreggia e cipolla, tuorli di uova sode, liquamen, vino, olio, vino speziato. Fallo bollire. Con questo condimento irrora il maiale sistemato nel recipiente di portata e servi.

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